Ho un silenzioso ma persistente disprezzo per chi lo fa.
Un po' ci starebbe.
Sono molto più facile alla disperazione assoluta alternata comunque sempre all'euforia più carica, ma la lamentela, il mugugno, la frecciata, l'allusione amara al proprio triste destino, questo no.
Ora che il periodo quanto mai sfigato per l'intera popolazione umana sta prendendo il sopravvento e monopolizza i nostri discorsi ed i nostri pensieri, ci sarebbe da piangere h24.
Quel periodo l'ho già passato, dopo aver realizzato che una splendida laurea e un curriculum onesto non valgono niente e che in qualche maniera bisogna reinventarsi.
Adesso sono alla fase del ridere.
Non so neanche dove sarò domani, ma rido.
Eh giovani, che si deve fare?